Cristina Corradini - 22-05-2004
Invio un documento, firmato dai docenti della Provincia di Reggio Emilia sotto elencati, sulla grave situazione creata dalla Riforma Moratti riguardo all'insegnamento dell'Educazione Tecnica nella scuola media.
LA TECNOLOGIA PER LA MORATTI SI LIQUIDA IN UN'ORA SOLA DI LEZIONE
Quali sono i reali motivi dell'eliminazione della nostra materia "Educazione Tecnica" dalla riforma della scuola? Nessuno ce lo ha ancora spiegato.
Leggendo le indicazioni per i piani di studio personalizzati dalla scuola Secondaria di 1° Grado (ex scuola media) gli obiettivi in esse predisposti sono corretti e condivisibili, peccato che non ci siano indicazioni relative alla metodologia, cioè a come si debba raggiungerli. L'unica certezza riguardo il nostro ambito educativo è quella della riduzione dell'orario che vede la tecnologia, insieme all'informatica, studiata per un'ora sola settimanale anziché 3 ore come fino ad ora è stato. In varie citazioni il ministro ha posto l'urgenza di potenziare la cultura tecnologica, principio espresso anche nello slogan delle tre "I", motore della riforma della scuola: "Inglese Internet Impresa". Pare che la nostra disciplina debba avere un ruolo centrale per aiutare i ragazzi a comprendere e orientarsi consapevolmente in una realtà tecnologica sempre più complessa e problematica. La riforma da questo punto di vista non ci dice niente di nuovo: gli obiettivi generali dell'educazione tecnica, che fino ad ora abbiamo perseguito (DM 09-02-1979), mirano, oltre che alla conoscenza del mondo della tecnologia, anche ad orientare i ragazzi valorizzando le loro potenzialità in campo tecnico, e ad abituarli a una visione critica che sa leggere i rapporti tra tecnica, ambiente ed etica. Come docenti impegnati nella scuola, abbiamo operato in questa direzione nonostante sia radicalmente cambiato l'approccio dei ragazzi nei confronti del sapere, anche a causa dell'eterogeneità delle classi, che richiede tempi di riflessione più dilazionati. Allora come offrire una cultura tecnologica "seria" riducendo da tre a un'ora la lezione settimanale? La metodologia ci è suggerita dal Presidente del Consiglio che nel programma "Porta a Porta" ribadisce il progetto di riforma basato su di una "scuola del saper essere e del saper fare". Anche in questo nulla di nuovo, in quanto abbiamo sempre creduto che la scuola debba essere soprattutto operativa; operare è coinvolgente, motivante e gratificante soprattutto per quei ragazzi che faticano a comprendere i concetti astratti. Queste sono state opportunità che la scuola, specialmente attraverso la nostra materia, ha offerto a tutti e che ora si potranno realizzare solo per le famiglie che le sapranno apprezzare scegliendo le materie opzionali.
>>> continua...
LA TECNOLOGIA PER LA MORATTI SI LIQUIDA IN UN'ORA SOLA DI LEZIONE
Quali sono i reali motivi dell'eliminazione della nostra materia "Educazione Tecnica" dalla riforma della scuola? Nessuno ce lo ha ancora spiegato.
Leggendo le indicazioni per i piani di studio personalizzati dalla scuola Secondaria di 1° Grado (ex scuola media) gli obiettivi in esse predisposti sono corretti e condivisibili, peccato che non ci siano indicazioni relative alla metodologia, cioè a come si debba raggiungerli. L'unica certezza riguardo il nostro ambito educativo è quella della riduzione dell'orario che vede la tecnologia, insieme all'informatica, studiata per un'ora sola settimanale anziché 3 ore come fino ad ora è stato. In varie citazioni il ministro ha posto l'urgenza di potenziare la cultura tecnologica, principio espresso anche nello slogan delle tre "I", motore della riforma della scuola: "Inglese Internet Impresa". Pare che la nostra disciplina debba avere un ruolo centrale per aiutare i ragazzi a comprendere e orientarsi consapevolmente in una realtà tecnologica sempre più complessa e problematica. La riforma da questo punto di vista non ci dice niente di nuovo: gli obiettivi generali dell'educazione tecnica, che fino ad ora abbiamo perseguito (DM 09-02-1979), mirano, oltre che alla conoscenza del mondo della tecnologia, anche ad orientare i ragazzi valorizzando le loro potenzialità in campo tecnico, e ad abituarli a una visione critica che sa leggere i rapporti tra tecnica, ambiente ed etica. Come docenti impegnati nella scuola, abbiamo operato in questa direzione nonostante sia radicalmente cambiato l'approccio dei ragazzi nei confronti del sapere, anche a causa dell'eterogeneità delle classi, che richiede tempi di riflessione più dilazionati. Allora come offrire una cultura tecnologica "seria" riducendo da tre a un'ora la lezione settimanale? La metodologia ci è suggerita dal Presidente del Consiglio che nel programma "Porta a Porta" ribadisce il progetto di riforma basato su di una "scuola del saper essere e del saper fare". Anche in questo nulla di nuovo, in quanto abbiamo sempre creduto che la scuola debba essere soprattutto operativa; operare è coinvolgente, motivante e gratificante soprattutto per quei ragazzi che faticano a comprendere i concetti astratti. Queste sono state opportunità che la scuola, specialmente attraverso la nostra materia, ha offerto a tutti e che ora si potranno realizzare solo per le famiglie che le sapranno apprezzare scegliendo le materie opzionali.
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